All'identificazione
dell'Averno con le sedi infernali conducevano l'aspetto
cupo e misterioso dello specchio lacustre che Strabone
descrive come circondato un tempo da fitte e ombrose
selve, il colore azzurro scuro delle sue acque ritenute
senza fondo, e le malsane esalazioni, che si diceva
provocassero la morte degli uccelli in volo sul
lago.
Il luogo destava in tutti una sorta di superstizioso
terrore: nessuno, ricorda Strabone, osava bere a
una fonte di acqua dolce che sgorgava nei pressi,
ritenendola in comunicazione con lo Stige, uno dei
fiumi infernali.
A completare l'inquietante scenario dell'Averno
contribuiva la presenza di un oracolo dei morti,
che i pellegrini consultavano, guidati da sacerdoti,
dopo aver offerto sacrifici di sangue e rivolto
suppliche agli dei infernali.
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